Trekking al Corno Bianco, la prima vetta formato famiglia ai piedi del Latemar

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Per la nostra famiglia il Corno Bianco è una vetta ricca di ricordi. Abbiamo fatto trekking da Passo Oclini al Corno Bianco in due occasioni ed entrambe ci sono entrate nel cuore. Se siete allenati e volete raggiungere la vostra prima cima formato famiglia, questa è un’escursione che fa per voi.

Le due ascese al Corno Bianco sono tra le giornate in montagna che più amiamo ricordare: la prima risale a una vita fa. Correva l’anno 2005 ed era la prima vacanza in montagna che facevamo in compagnia del nostro pelosone Leo. All’epoca aveva solo pochi mesi ed era totalmente ignaro delle fatiche a cui l’avremmo sottoposto.
Quando poi ci siamo ritrovati in quattro e avevamo voglia di portare entrambi i Rospetti in cima, ci è venuto spontaneo celebrare la prima vetta – conquistata da Federico a piedi e da Giacomo nello zaino – proprio sul Corno Bianco, dove anni prima avevamo deciso di diventare famiglia, sotto quella croce a 2.317 metri.

Info tecniche per il trekking da Passo Oclini al Corno Bianco

Caratteristiche: ci sono diversi sentieri per raggiungere la vetta del Corno Bianco, alcuni dei quali esposti e quindi riservati a escursionisti esperti. L’itinerario più agevole prevede andata e ritorno sulla stessa via: la prima parte su sentiero turistico, mentre gli ultimi metri per raggiungere la cima decisamente più impegnativi.
Partenza e arrivo da Passo Oclini: 1.989 slm. La vetta del Corno Bianco è a 2.317 slm.
Tempo impiegato: 2 ore e 45 minuti per raggiungere la cima del Corno Bianco attraverso il sentiero 12.
Circa 1 ora e 15 minuti per scendere verso Passo Oclini seguendo l’itinerario più breve e completare l’anello.
Dislivello: quasi 400 metri in salita da Passo Oclini, percorrendo il sentiero verso Malga Corandin che si trova sensibilmente in discesa rispetto all’altitudine del Passo.
Luoghi di ristoro: A Passo Oclini troverete diverse strutture ricettive e persino un hotel. Nei dintorni ci sono Malga Gurndin (raggiungibile con facile passeggiata di circa 30 minuti e percorribile anche dalle MTB) e Malga Ora. Lungo il sentiero non ci sono rifugi o possibilità di riempire la borraccia, fate quindi abbondante scorta alla partenza.
Impianti di risalita: i verdi pascoli del Corno Bianco in inverno sono battutissime piste da sci, ma gli impianti non sono attivi durante i mesi estivi.

Fare trekking con i bambini sul Corno Bianco

Supporto tecnico: se avete con voi bimbi che non camminano per l’ascesa al Corno Bianco è indispensabile avere lo zaino trekking. Dimenticate marsupi o fasce, e di portare i bimbi sul davanti. Dovete avere il campo visivo libero su dove mettete i piedi – soprattutto nell’ultimo tratto di ascesa – e avrete bisogno delle mani per aiutarvi con gli appigli prima della cima. L’unico tratto in cui si possono utilizzare i passeggini è da Passo Oclini a Malga Gurndin e ritorno, camminando quindi ai piedi del Corno Bianco.
In baita: Gli unici punti di ristoro sono a Passo Oclini, dove troverete un hotel (dotato di seggioloni e fasciatoio) e un bar rifugio. Nell’area interna dell’hotel è presente anche un piccolo parco giochi con altalene e scivoli.
Bimbi in Marcia: consigliamo l’ascesa al Corno Bianco a famiglie esperte e bimbi allenati – soprattutto se volete completare il percorso ad anello – camminando quindi su alcuni tratti esposti.

La nostra ascesa al Corno Bianco con percorso ad anello

La giornata è di quelle che non si dimenticano per i colori brillanti che intravedi dalle persiane della finestra con gli occhi ancora assonnati. Neanche una nuvola dopo l’acquazzone notturno. Aria frizzantina, pranzo al sacco e pappa nel thermos per Giacomo che all’epoca aveva solo 6 mesi e si parte da Lago di Tesero con direzione Passo Oclini.

Per raggiungere il punto di partenza per il trekking al Corno Bianco seguiamo la strada che porta al Passo di Lavazè, per poi svoltare verso sinistra fino a raggiungere Oclini dopo pochissimi chilometri.

Ancora prima di scendere dall’auto ci rendiamo conto che soffia un vento fortissimo e che è necessario coprire di tutto punto il piccoletto che se ne starà beato nello zaino sulle spalle di Papà Rospo. Indossati pile, cappellini e antivento ci si mette in marcia. L’escursione termica tra i paesi della Val di Fiemme e qui ai 2.000 metri di Passo Oclini si fa sentire terribilmente e non vediamo l’ora di scaldarci, passo dopo passo.

Pronti per partire per arrivare in cima al Corno Bianco?

Il sentiero per raggiungere la vetta è ben visibile e dal parcheggio non farete neppure fatica a vedere altri escursionisti in marcia verso la cima. Ma per raggiungere la croce ci sono diversi percorsi… e siccome a noi piacciono tanto gli itinerari ad anello perchè “dai, che barba tornare dalla stessa parte, facciamo l’altra strada così vediamo cose nuove”... ci siamo complicati la vita, ma di quelle complicazioni che quando le porti a termine ti regalano un sorriso che non dimentichi più!

Se quindi volete salire verso la cima per la strada più facile, mettetevi in marcia e seguite il sentiero che sale dritto verso la cima. Il percorso all’inizio è molto agevole, per poi passare all’interno di un bosco di pini mughi e salire infine, oltre la vegetazione, in vetta.
Guardando la mappa e i dislivelli, abbiamo ipotizzato che una salita più ripida fosse più impegnativa per Federico, preferendo così una via più larga, ma che salisse più dolcemente, salvo poi chiudere con tratti esposti sopra la gola del Bletterbach prima di ricongiungersi al sentiero che arriva diretto da Oclini.

Lasciato quindi il parcheggio di Oclini alle nostre spalle, ci incamminiamo sulla mulattiera che porta a Malga Gurndin salendo fino alla prima biforcazione dove si svolta a sinistra. Seguiamo la segnaletica camminando lungo i pendii erbosi e la boscaglia di pini.


Il sentiero è ben marcato e sale verso l’alto al riparo del bosco. Dopo un breve tratto si arriva ad una nuova diramazione e si prosegue verso destra, continuando a salire. Quasi verso la fine del bosco si arriva ad un punto panoramico sul Canyon del Bletterbach che è da togliere il fiato. Fermatevi e riposate sulla panchina, scattate qualche foto e cercate di immaginare queste montagne milioni di anni fa. Da questo primo lookout avrete l’idea di come si siano formate le Dolomiti. Vi sembrerà di stare in un vero e proprio libro di geologia e potrete perfino riconoscere i tre strati della formazione rocciosa di queste montagne: il duro porfido sotto, l’arenaria in mezzo di colore rossiccio e il calcare delle Dolomiti di cui è composto il Corno Bianco. Uno dei paesaggi più straordinari dell’Alto Adige.

Lo scenario incredibile del canyon del Bletterbach sotto di noi

Dopo la pausa, ripartiamo per affrontare il tratto più duro di tutto il percorso. Per fare questi passaggi serve la massima concentrazione perchè il sentiero diventa sempre più stretto, in diversi tratti si cammina al margine del canyon e bisogna fare particolarmente attenzione ai bambini. Federico non sembra esserne spaventato e ascolta fedelmente le istruzioni che il Papà capo-cordata gli assegna. Giacomo dorme nello zaino, nonostante il vento forte che soffia nei tratti meno riparati. Io – cuore di mamma – non vi nascondo qualche preoccupazione che fino a prima di avere loro non avrei avuto. Ma camminando con calma e con la massima attenzione, dopo diverse serpentine, ci ricongiungiamo al sentiero che arriva da Oclini.

A questo punto siamo sotto la croce. Il dislivello è minimo. E anche il nostro ometto che iniziava ad accusare la fame, si rincuora e riparte di slancio.

Il sentiero in questo ultimo tratto si fa più difficoltoso, ma dobbiamo conquistare una vetta giusto? Si sale con piccoli tornantini, spesso accompagnandosi con l’ausilio delle corde e facendo alcuni gradoni (alti per le gambette del nostro Fede) e alternando tratti su ghiaia. Ma come per magia, nascosta tra due massi, ecco che siamo in cima!

La soddisfazione è immensa. Il panorama è di quelli che allargano il cuore, peccato solo che insieme a quel monello del vento siano arrivati anche pesanti nuvoloni che non ci mettono fretta. Giusto il tempo di divorare il lauto pranzo in quota, le foto di rito e via per la discesa.

Pappa e panini e pronti a ripartire!

Eccoli i miei ometti in vetta!!

Percorriamo la via più ripida, ma breve. Il sentiero è impegnativo per circa i primi 100 metri di dislivello, ma non è mai esposto. Si cammina prevalentemente su ghiaioni fino a rientrare poi nella vegetazione. Da questo punto l’itinerario si snoda a serpentina, ma con una passeggiata più rilassata si scende fino ai pascoli di Passo Oclini.

Una volta tornati poi al parcheggio è d’obbligo la pausa merenda e cambio pannolino al Passo, prima di rimettersi in macchina verso casa. Se invece volete concedervi una totale immersione nella quiete di queste montagne ammirare la vostra prima vetta al tramonto – e al chiaro di luna – pernottate presso la Malga Gurdinalm e non ve ne pentirete. La vista sul Corno Bianco e sul Corno Nero vi rimarrà negli occhi per sempre!

Il Corno Nero di fronte a noi mentre torniamo verso Passo Oclini

Cosa vi può servire per l’escursione al Corno Bianco

L’equipaggiamento in montagna è fondamentale. Avere o non avere determinati strumenti quando si affrontano trekking più impegnativi può fare la differenza. Ecco quindi gli indispensabili che abbiamo utilizzato noi durante l’escursione al Corno Bianco.

escursione con bambini passo oclini

Una volta portata a casa la vostra prima vetta formato famiglia non potrete farne a meno. Oltre al trekking sul Corno Bianco, in zona potrete cimentarvi con il Corno Nero, il sentiero Latemar 360° e la Pala di Santa.

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Ero una single convinta e giramondo, poi ho incontrato un Rospo ... e ho fatto spazio nel trolley! Ora siamo la Famiglia Rospi! Cosa amo di più (miei ometti a parte)? Viaggi, Avventure e Outdoor!

2 commenti

  1. Horst Niederwanger on

    Escursione descritta in modo esemplare.Personalmente conosco la zona molte bene,ci abito a circa 25 km in linia d’aria.

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