Viaggi avventura in moto per un caffè in Tunisia

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Oggi la mia rubrica ospita due personaggi davvero straordinari: Lucia e Simone, bikers, avventurieri, assetati di viaggio, esplorazione e soprattutto di deserto. Si sono incontrati durante un viaggio in Romania e, avventura dopo avventura, hanno iniziato un viaggio altrettanto appagante, che ormai dura da persi anni.

Autori di advrider.it insieme hanno visitato il Nord della Russia, Marocco, Libia, Tunisia, si sono diretti in Mongolia attraversando Turchia, Georgia, Azerbaijan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan e Russia. Un viaggio che li ha messi alla prova, ma che ricorderanno per tutta la vita.

La loro ultima sfida? L’acquisto di una vecchia ambulanza 4×4 dell’esercito tedesco, allestita con le loro mani e che ora ha l’aspetto di un camper a cui hanno dato un nome: Kamillo.

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Un caffè a…

Il caffe’ non lo sanno fare molto bene, loro sono forti sul Chay, ma il piacere che si prova sorseggiando una bevanda calda nella piazza del mercato di Douz in Tunisia e’ una sensazione che difficilmente abbiamo provato in altri luoghi.

 

Perché la scelta di questo caffè, tra tutti i caffè bevuti nel mondo? Cosa vi ha ispirato questo posto e perché vi è rimasto nel cuore? 

Di giorno la confusione del mercato, i colori delle mura e le urla dei venditori che si confondono con i rumori delle vetture che si fanno largo tra la folla. I ciuchi che tirano a fatica carretti carichi di verdure freschissime, dal colore talmente vivace da far sembrare i prodotti della nostra terra brutte copie. I mercanti che spargono ai quattro angoli teli bianchi su cui fanno bella mostra datteri, spezie, profumi ed essenze per la cura del corpo. Profumi che si fondono insieme, aggiungendosi a quello sempre presente del tabacco bruciato dai tanti narghile’ che sono sparsi tra i tavoli dei caffè. Quando il mercato chiude la piazza si trasforma da centro commerciale a circolo di ritrovo. Anziani, giovani, bambini e turisti si radunano tra i tavoli sorseggiando te perdendosi in discorsi che sembrano essere iniziati secoli fa sempre tra queste quattro mura. In questa piazza non ci si sente spaesati, si può far parte di questi discorsi come fossero i propri da sempre, si viene accolti dalle persone come se si abitasse tra le vie di Douz da quando si e’ nati. Come fare a non pensare a questo luogo non appena si pensa al Caffè?

 

Cos’è per voi il caffè? E cos’è per voi il caffè quando viaggiate? 

Il caffè è un modo per socializzare, per riposarsi dopo le fatiche di una giornata di viaggio e un metodo per conoscere le tradizioni di un paese. Trascorrere lunghi momenti nei luoghi di ritrovo di un villaggio o di una città è lo strumento più semplice per scoprire i segreti di qualche angolo del nostro pianeta.

L’Espresso è italiano per eccellenza e voi avete viaggiato quasi in tutti i continenti. Che aspettative avete in particolare sul caffè e sulle abitudini culinarie del paese che state visitando? 

Non ci facciamo aspettative. Il caffè espresso e’ Italiano non solo per tradizione ma anche per gusto. Come e’ facile immaginare, una volta sconfinato, e’ pressoché impossibile riuscire a sorseggiare una bevanda anche lontanamente simile a quella che normalmente possiamo gustare in qualunque bar del nostro paese. Ma non per questo non si deve tentare! Solo in questo modo si avrà la possibilità di scoprire una bevanda tradizionale a noi sconosciuta che per qualche giorno potrà facilmente farci dimenticare del nostro caffè. La cucina Italiana è uno dei segni distintivi del nostro paese, un vanto che, come per il caffè, difficilmente può essere eguagliato da qualche altro paese. Anche in questo caso però l’importante dal nostro punto di vista  è essere pronti alla scoperta non cercando di eguagliare ciò che si mangia in Italia ma piuttosto di ricercare le differenze.

 

Quando avete iniziato a viaggiare e come vi siete appassionati ai viaggi? 

La motocicletta è stato il mezzo che ci ha fatto scambiare il primo saluto, e l’occasione di un viaggio ciò che invece ci ha fatto conoscere veramente. Un viaggio mette l’acquolina in bocca, la voglia di scoprire luoghi a noi lontani e di toccare con mano angoli del nostro pianeta a cui ci siamo appassionati consumando fotografie su riviste e libri ha fatto il resto.

 

Un caffè in moto o un caffè con Kamillo, il vostro camion handmade? 

Due modi persi per gustare un viaggio. Per forza di cose partire con due o con quattro ruote cambia la prospettive che si avranno di fronte. Affrontato con un mezzo o con l’altro il viaggio regalerà ricordi persi. Per ora abbiamo capito che ci sono alcuni viaggi che in moto sono difficilmente realizzabili almeno che non si voglia correre il rischio di trasformarli in prove di sopravvivenza. Volendo concentrarsi sulla conoscenza di un luogo e cercando di pensare il meno possibile ai limiti che un mezzo di trasporto impone, dobbiamo dire che kamillo si rivela un’arma da prendere in considerazione spesso.

Il caffè dell’estate 2012?
Lo prenderemo sul lago d’Aral, tra Kazakistan e Uzbekistan. Partiremo il 6 di Luglio a bordo del nostro Kamillo e dopo circa 6000 km percorsi tra Ungheria, Ucraina, Russia e Kazakistan raggiungeremo le rive del lago che ormai ha i giorni di vita contati. Ci interessa in particolar modo visitare la regione Kazaka del Mangistau, una depressione desertica che si trova tra il Caspio e l’Aral. Qui intendiamo “perderci” per circa una settimana alla ricerca di panorami da fotografare e da immortalare nel nostro cuore. Non incontreremo molti caffè qui – dato che questa zona e’davvero poco abitata – forse però riusciremo ad offrire noi una bevanda Italiana a qualche nomade che si affaccerà incuriosito dalla sua Jurta.

Lucia, toscana classe 72. Una vera motociclista che non si ferma davanti a nulla, nebbia milanese inclusa. Viaggiatrice on the road, con lo sguardo vivace sempre in cerca di nuovi orizzonti. II primo viaggio di cui ha memoria risale all’età di 5 anni, quando i suoi genitori la portarono a Londra perchè il viaggio era già pagato, nonostante avesse la febbre. Grazie all’autorizzazione di un pediatra vecchio stampo, che incoraggiò la famiglia di Lucia alla partenza, si ritrovò a fare le foto, fresca come un bocciolo di rosa, accanto alle guardie della regina. Durante quel viaggio imparò, a sue spese, che la cultura locale deve essere sempre rispettata: annoiata e bisognosa di andare alla toilette, interruppe i genitori intenti in una conversazione con la guida inglese sul programma del viaggio e venne zittita e tacciata di essere una bambina maleducata perché gli inglesi si sa, aspettano che la conversazione sia finita. Da allora è stato un crescendo. L’amore per viaggiare l’ha portata anche all’amore per Simone e di “mettere la testa a posto” non se ne parla proprio.

 

 

Simone invece, ha iniziato a viaggiare in moto qualche anno fa. Tutto è partito con piccoli tour svolti non troppo lontani da casa, ma ben presto capì che voleva guardare più lontano. Il primo vero viaggio aveva meta a Capo Nord ma, questo Simone, che ancora non lo sa, lo racconterà nella prossima intervista. La voglia di mettere le ruote sulle strade di luoghi lontani da allora non è più passata e ogni periodo di ferie è dedicato a un viaggio e così, i momenti trascorsi davanti alle mappe geografiche, sono pentati interminabili sessioni di sogno. Una droga: forse questa è la verità. “Tornato a casa dopo il mio primo viaggo in Russia – in cui partendo da casa con il mio fido CBR ho raggiunto Mosca e San Pietroburgo – ho percepito fortissima la necessità di ripartire. Improvvisamente la mia vita quotidiana stava troppo stretta, le cose di tutti giorni uno spreco di tempo che necessariamente bisognava far trascorrere tra un viaggio e l’altro”. 

 

Peggio fu quando Simone scoprì l’Africa. “Sbarcato per la prima volta in Tunisia ho sentito entrare il profumo di quella terra direttamente nel mio cervello, un odore unico che è pentato il sapore di quei viaggi e che, tornato a casa, è pentato quel gusto di cui ora non riesco più a fare a meno. Le sabbie del Nord Africa si sono insinuate nella mia memoria con la stessa capacità che hanno di infilarsi in qualunque parte nascosta del telaio della mia moto. Da questa terra sono tornato arricchito, ho forse capito, ahimè, quanto sia degradata la cultura basata sul puro consumismo che viviamo quotidianamente. Esempio ne è la generosità di una popolazione capace di offrirti un pasto, quando non ne ha per sé. La sensazione di vuoto che provavo nei giorni trascorsi a casa dopo un viaggio, poteva essere colmata solo raccontando quei luoghi e così iniziai a scrivere riuscendo, senza che me ne sia mai reso realmente conto, a scrivere due libri: uno sulla Tunisia e uno sul Marocco”. 

 

Curiosi di saperne di più? Cercateli in giro per il mondo e seguite le loro avventure su http://www.advrider.it/

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Ero una single convinta e giramondo, poi ho incontrato un Rospo ... e ho fatto spazio nel trolley! Ora siamo la Famiglia Rospi! Cosa amo di più (miei ometti a parte)? Viaggi, Avventure e Outdoor!

3 commenti

  1. sarà che si parla della mia amata Tunisia, o che questi due personaggi emanano un’aura speciale, ma questo post è davvero toccante …
    corro a condividerlo!

  2. Sono proprio d’accordo…sono due personaggi da tenere d’occhio…quando ho scoperto Kamillo mi sono davvero cappottata dall’esaltazioni!!! Hanno la mia massima stima…e un pizzico d’invidia (quella buona nè)…la moto a casa Rospi, manca ESAGERATAMENTEEEEEEE!!!!

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