Info pratiche per visitare un frantoio con bambini e divertirsi durante una gita d’autunno. Siamo in Umbria, seguiteci in questa nuova avventura!
Autunno, arriva l’olio nuovo. Noi siamo ospiti, nel weekend delle celebrazioni di San Martino, di Frantoi Aperti. L’invito al blog tour fai da te #aciascunoilsuo è un’occasione d’oro per andare alla scoperta di uno dei prodotti tipici italiani, più famosi all’estero. La Cooperativa Oleificio Pozzuolese è la prima tappa del nostro fine settimana in terra umbra. Ci apre la porta del frantoio il Signor Sergio Maneggia. Un vassoio in mano. Bruschette, assaggi e un bicchiere di buon vino per rifocillare i viaggiatori. Aperta dal 1968 su iniziativa di piccoli produttori locali, la Cooperativa vanta oggi una crescita esponenziale in termini di soci e acquirenti in Italia e all’estero.
Eccoci felici durante la visita al frantoio
Visitare un frantoio
Tempo di olivagione a Pozzuolo, paesino sulla strada per la più famosa Castiglione del Lago. Un rito che si sussegue puntuale, senza interruzione, da almeno 6mila anni. Solo che ora è diverso, rispetto al passato. L’olio che si ricava dalle olive è disponibile per chiunque. I prezzi lo rendono più democratico, alla portata di tutti. Così, anche i consumi si sono allargati. Non è più un alimento etnico, confinato nell’area del Mediterraneo. Aggrega popoli e civiltà e ciò è avvenuto soprattutto nel corso degli ultimi 20 anni. Non c’è da stupirsi di questo successo: l’olio ricavato dalle olive, è il grasso più salutare che ci sia e anche il più gradevole quanto a profumo e gusto. Fino a qualche tempo fa, tuttavia, nel nord Italia si utilizzavano altri grassi in cucina. Nelle ricette, alla voce ingredienti si leggeva la più generica olio, poi diventata olio d’oliva, fino all’attuale olio extravergine d’oliva. Domani, c’è da scommettere, si specificheranno le proprietà sensoriali dell’olio, proprio come avviene per i vini.
L’olivagione è una corsa contro il tempo, un percorso fascinoso e collettivo, paragonato alla vendemmia, ci spiega il titolare dell’oleificio. Alcuni la iniziano ad ottobre, per finire verso Natale, ma le operazioni possono estendersi anche fino alle prime settimane del nuovo anno. Assistere in prima persona alle operazioni di raccolta e molitura è un’esperienza incredibile. Entrare nel teatro della produzione ci fa capire cosa sta dietro ogni bottiglia. Le olive vanno staccate direttamente dai rami e non raccolte da terra. Ai fini della qualità, ogni fase di lavoro è determinante. Tutto si gioca sui tempi e sulla modalità di raccolta, così come su tempi e modalità d’estrazione in frantoio. Appena si stacca l’oliva dalla pianta, inizia il naturale processo di ossidazione. La vera corsa contro il tempo.
Tutti i grassi hanno vita breve, ma per fortuna quelli ricavati dall’oliva godono di una maggiore stabilità. Per dare lunga vita all’olio occorre però che tutto sia perfetto. L’oliva è una materia tanto preziosa quanto delicata. Più è matura, meno buono sarà il prodotto finale. Per questo l’olivicoltore dovrà essere bravo nell’individuare il giusto grado di maturazione del frutto. Ogni cautela è quindi d’obbligo. Per il trasporto dai campi al frantoio, si usano cassette di plastica forate in ogni lato così da permettere ai frutti di respirare. La buccia dell’oliva, anche se solo leggermente scalfita, può essere aggredita da alcuni enzimi con conseguenti danni per l’olio. E’ davvero fondamentale rispettare le regole ferree della produzione.
In cantina i vini possono essere corretti, in oleificio no. Può sembrare semplice frangere le olive, ma per ottenere un prodotto di qualità ci vuole metodo e tecnologie all’avanguardia. La figura dell’oleologo è quindi tanto importante quanto quella del sommelier. Una volta imbottigliato, c’è l’imbarazzo della scelta. Il nostro paese vanta infatti 538 differenti cultivar e ognuna conferisce all’olio un profilo sensoriale unico. Questo della Cooperativa Pozzuolese ha un’acidità bassissima, un elevato numero di polifenoli ed è ricco di vitamine. Un olio dal profumo fresco, pulito e dal gusto lievemente piccante.
In questi quasi 3 anni da genitori, abbiamo imparato a gestire visite ai musei, spiegazioni e intrattenere nel frattempo il nostro piccolo viaggiatore, ascoltando a turno. Formula che funziona e che ripetiamo anche in frantoio. Il Sig. Maneggia racconta con passione la storia dell’olio e Federico, incantato, guarda la cascata di olive prima alla defogliatrice e poi al lavaggio. Ad un certo punto intravede un rotolo di Scottex e con la sua vocina curiosa e intraprendente, mi dice: “Mamma, le sciugo io le olive”!
Avete già deciso di visitare un frantoio con i vostri pargoletti? Guardate subito il calendario e organizzate un fantastico weekend d’autunno in frantoio!
4 commenti
Ma che bella esperienza! Grazie a te ora quante ne so sulle olive. Eeeh, il piccolo viaggiatore la sa lunga. Bell’articolo.
Già, credo che avremo delle belle gatte da pelare!!!
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