Lei la definisce “una storia molto semplice. Senza pretese, senza grandi colpi di scena”. Dice che è soprattutto “una grande storia d’amore perché è la storia di una Famiglia”.
Io conosco un pezzettino in più di lei giorno dopo giorno, e non posso essere più d’accordo. Daniela Scerri, autrice del delizioso blog “Due per tre fa cinque“, è un incontro della rete. Una di quelle mamme blogger che leggi con piacere e senti quella particolarissima affinità in punta di dita. Daniela si è rivelata in questi mesi un esempio di gioia, speranza, amore. E alla fine di questa chiacchierata sedute comode al nostro bistrot virtuale, sono certa che lo scoprirete anche voi.
Ma facciamo un passo indietro e conosciamoli meglio.
La storia di Daniela e Andrea comincia quando i due giovani si innamorano all’età di 18 anni e sogno dopo sogno, lavorano per mettere insieme il puzzle della loro vita. Andrea una piccola azienda artigiana da imparare a gestire seguendo i consigli del papà. Daniela una laurea in lingue e letterature straniere da conseguire con una tesi in lingua russa.
Li incontriamo, oggi, a 41 anni.
Abbiamo di fronte una coppia sorridente e piena di gioia, grata di aver varcato quel confine che permette loro di dire di aver passato più tempo insieme, che da soli…
In mezzo a tutto ciò una giovinezza caratterizzata da chilometri e chilometri di viaggi on the road con la loro tendina a igloo seguendo lo spirito itinerante dei camperisti senza avere ancora un camper.
Daniela e Andrea si sposano e dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il loro sogno più grande è quello di “metter su famiglia” con un grande progetto desiderato e che viene “accordato”: tre figli.
Tre bambine per l’esattezza.
Tre figlie in sette anni di matrimonio. Sono anni in cui i due non hanno un attimo di respiro ma durante i quali Daniela, supportata dal suo inseparabile compagno, trova la forza di “mollare tutto” e lasciare il posto fisso di impiegata in ufficio e spendere la sua vita per i bambini. Daniela mette insieme un progetto di insegnamento della lingua inglese e lo porta nelle scuole materne, realizzando così due desideri: riuscire a seguire e crescere le bimbe e, allo stesso tempo, sentirsi realizzata come donna che lavora ad un progetto nato dalle proprie mani. Un progetto dai contorni creativi, in continuo divenire e che la appaga appieno.
E tra un sogno e l’altro coltivano con le loro figlie l’idea di una vita spesa alla continua ricerca delle cose belle, delle cose piccole, quelle che sanno stupire perché nascoste ed invisibili ai più. Da qui l’dea di realizzare un sogno. Un sogno che hanno sempre avuto da giovani ma che, per varie ragioni, non potevamo realizzare. Un sogno che, davanti ad un mare in tempesta accoccolati ai piedi di un faro in Bretagna, è diventato una promessa: “Quando avremo dei figli compreremo un camper e le porteremo sempre in giro…. E siccome ogni promessa è debito…è arrivato il camper!
Un camper usato abbastanza vecchiotto, ma che per noi è come un hotel a cinque stelle perché ci porta ogni volta là dove i nostri desideri ci chiamano…”
Ma veniamo alle nostre domande del caffè!
Perché la scelta di questo caffè tra tutti quelli bevuti nel mondo e cosa ti è rimasto di questo luogo?
Quando ho letto questa domanda sono andata, nella mia mente, alla ricerca del miglior caffè mai bevuto, ma poi, riflettendo, mi sono resa conto, che per rispondere avrei dovuto ragionare in modo un po’ diverso da tutti gli altri viaggiatori.
Eh sì, perché se sei un camperista, il caffè non lo vai mica a bere al bar…
Se sei un camperista, il caffè te lo porti da casa insieme alla tua moka. Quella collaudata da anni e anni e che fa un caffè buonissimo. E in qualsiasi momento lo desideri arriva la domanda “mettiamo su un bel cafferino??”.
Quando viaggi in camper, questa è forse una delle prime cose che ho notato viaggiando a bordo del nostro fedele Rimor Superbrig, il caffè non lo bevi necessariamente quando ne hai voglia.
Il caffè lo bevi quando il giusto panorama ti ispira e ti porta a berlo. Ecco allora che non c’è un caffè, ma tanti caffè (rigorosamente di moka) che portano la mia mente a soste indimenticabili in luoghi dove non sempre, un caffè, può essere bevuto dai comuni viaggiatori.
Mi viene in mente quello bevuto sul Pont de Trinquetaille sostando per la notte ad Arles.
Il caffè bevuto sul Pont de Trinquetaille – Arles
Oppure penso al caffè bevuto, rigorosamente in crocs e pigiama sotto la giacca a vento, fronte acquario di Genova
Il caffè fronte acquario di Genova
Per non parlare di quello seduta sulla scogliera a picco sul mare a Punta Palascia in Puglia (con tanto di tazzina e piattino), o di quello sorseggiato quest’estate sulla cima del Mont Venotux, ma se proprio devo scegliere, allora scelgo il più romantico di tutti: quello bevuto, in mezzo al nulla, di notte, nella neve, ai piedi del ghiacciaio dello Stubai in Austria.
La cosa più bella che ricordo di quel caffè è il silenzio che regnava attorno a noi. Un silenzio denso, pieno, che riempie il cuore, ti libera la mente e ti fa respirare a pieni polmoni. Un caffè per due, Andrea ed io. Ma bevuto senza dire una parola, per non rovinare tutto quanto. Un momento magico, indimenticabile che conservo nel gelosamente cuore.
Il caffè ai piedi del ghiacciaio dello Stubai in Austria
Ecco. Questi caffè non hanno prezzo perché ancor prima di essere dei caffè sono dei momenti di condivisione scelti con cura e amore affinché rimangano per sempre impressi nella mente e nello spirito…
Il caffè sulla cima del Mont Venotux
Caffè, camper e famiglia: svelaci il fil rouge che lega con successo queste tre parole
Cominciamo da Camper e famiglia.
Un binomio sicuramente vincente. Soprattutto perché se si viaggia con bambini a bordo, i ritmi degli spostamenti possono essere studiati proprio in base alle loro necessità. E questo è sicuramente un grande privilegio: mangiare quando e dove si vuole, poter fare una doccia parcheggiati in autostrada, avere a disposizione un bagno anche quando resti bloccato in mezzo al traffico delle grandi città, decidere una meta e cambiarla all’ultimissimo momento solo perché dove hai scelto di andare il giorno prima non c’è il sole, spostare di una settimana la partenza – causa influenza – senza incappare in penali da annullamento, sono solo alcuni dei motivi che ogni volta ci convincono di aver fatto la scelta giusta per il nostro modo di viaggiare e di stare insieme.
Sicuramente il camper “obbliga” la famiglia a vivere in spazi ristretti per tutto il tempo della vacanza. Questo – inutile negarlo – , genera alle volte momenti di difficoltà che portano i componenti della famiglia a misurarsi con le regole del rispetto, della tolleranza e della discrezione.
Il caffè, in questo discorso, è l’elemento che abbiamo preso – Andrea ed io – a difesa dei “nostri “ spazi. Vige infatti la regola – all’interno del nostro camper – che dopo ogni pasto mamma e papà scendono con il loro caffè e si concedono un momento in piena solitudine che nessuno dei figli può “disturbare.” “Da questo momento potrete scendere dal camper solo se lo vedete in fiamme!!” questo è ciò che diciamo ogni volta scherzosamente alle nostre ragazze per far capire loro che ci stiamo prendendo una pausa da tutto e da tutti.
Un rito che ci piace tanto e che ci ha portato a collezionare tante foto intitolate, appunto, caffè di moka che racchiudono molto di più dell’esperienza di sorseggiare un caffè. Esse rappresentano tutte le nostre confidenze, i nostri racconti, il nostro stare insieme, la voglia di continuare a viaggiare insieme, il desiderio di percorrere tanta strada nel senso più metaforico del termine…
Siamo ad inizio anno e una wish list non te la leva nessuno!! Quali sono le tre mete del cuore delle tue bimbe? E quelle di mamma e papà?
Le nostre ragazze hanno sempre accolto di buon grado le mete che abbiamo proposto loro nel corso di tutti questi anni. Le hanno accettate e vissute sempre con grande entusiasmo dimostrando già da piccole di avere lo spirito delle viaggiatrici. In questi ultimi tempi, crescendo, hanno cominciato ovviamente a proporre anche loro delle mete chiaramente più in sintonia con la loro età ed i loro gusti. Si è parlato dunque di grandi parchi divertimenti (cosa che ha messo me e mio marito in crisi visto che non siamo amanti di questi luoghi) ma si è parlato anche di sleddog, cascate e città come Londra e Parigi. Vedremo, prima o poi di accontentarle!
Le destinazioni nella wish list di mamma e papà sono tantissime: per quanto alcuni desideri siano stati già spuntati con la dicitura “done!” il nostro taccuino degli appunti continua a riempirsi di mete che desideriamo scoprire in camper.
Ma c’è una meta che per la nostra famiglia rappresenta il Sogno: Capo Nord.
Il caffè sul mare a Punta Palascia in Puglia
Spesso pensiamo di realizzare questo sogno anche se, chiaramente, bisogna fare i conti con tante realtà, prima tra le tante, l’impegno economico che essa comporta. Non sappiamo se prima o poi riusciremo ad organizzarci, ma a noi piace sognare, e mentre non perdiamo di vista i sogni, continuiamo a percorrere la nostra strada guidati dalla luce del sole o da quella delle stelle, inerpicandoci sui passi di montagna o passando in riva al mare con un unico augurio che è il motto di noi camperisti: che siano sempre…buoni chilometri…
E a noi non resta che augurarti di arrivarci prestissimo proprio lassù…!!
Continuate a seguirci perché Daniela sarà ancora nostra ospite per parlare ancora di camper e vita in famiglia!
5 commenti
I absolutely love camping, and it looks like this is the perfect place!
Hi Corinne, and so do I!! Camping is freedom and chance to explore!!
Thanks for your comment!
Pingback: Cose belle, ovvero un caffè in camper - duepertrefacinque
Il camper è sinonimo di libertà, siamo pienamente d’accordo!
🙂
Io sono ancora tenda dipendete… ma devo ammettere che gli devo dare un’altra chance!! E speriamo di rifarlo prestissimo che Rospo scalpita che vuole assolutamente il camper!!