Una vera e propria scoperta è stato vedere quanto gli irlandesi siano un popolo caldo e che non ho mai esitato a definire “molto mediterraneo”, rispetto a quanto mi aspettassi prima della partenza. Ne avevo già sentito parlare, però un conto è documentarsi, un conto è viverlo sulla propria pelle.
Mi è capitato, per esempio, in un paio di occasioni, di chiedere informazioni sull’ubicazione di alcune vie e vedere che la persona alla quale chiedevo la dritta, non si limitava a indicarmi la strada, ma anche ad accompagnarmi a destinazione. Anche se questo comportava fare una piccola deviazione rispetto al tragitto che stava percorrendo. Certo, questo non vuol dire che siano lì, tutti in attesa di dare informazioni ai viandanti smarriti o che al contrario, qui da noi in Italia o in altri paesi, questo non accada (anche perché, onestamente, non mi è capitato spesso di chiedere indicazioni stradali, se non dalla macchina), ma sicuramente posso dire che ho visto un’attenzione alle esigenze del turista e del visitatore in generale, che metteva immediatamente a proprio agio l’interlocutore.
Ospitalità irlandese
Questo calore e questa apertura verso il visitatore, ho avuto modo di riscontrarla soprattutto presso le diverse host family frequentate nei primi mesi della mia permanenza in Irlanda. Non ho fatto mai molta fatica a sentirmi a casa già dai primi momenti, senza sentire la loro presenza né oppressiva, ma neanche distante. Sapevano essere una presenza discreta e disponibile allo stesso tempo, molto sensibile alle necessità dell’ospite. Questa riflessione infatti non si basa solo sul mio singolo punto di vista, ma è una sensazione comune a persone conosciute in quegli anni che, come me, si affacciavano ad un mondo tanto vicino geograficamente, quanto nuovo e diverso rispetto alla nostra formazione e alla nostra cultura, soprattutto nell’ambito familiare. Con queste prime righe non voglio dipingere l’Irlanda come il paese dei balocchi, né tanto meno gli irlandesi come la migliore delle genti, perché di brutte esperienze ne ho avute anche io e hanno segnato il mio vivere l’Irlanda, ma posso però dire in definitiva che, tirando la somma del tempo trascorso, nella Terra di Smeraldo, l’esperienza è stata una delle più positive soprattutto per quello che le persone incontrate mi hanno dato e che sono sempre rimaste nel mio cuore.
Rispetto a quello che mi aspettavo, infatti, da una popolo nordico, o per meglio dire, quello che era nel mio immaginario, ho trovato diverse tradizioni che richiamano il desiderio delle persone di aggregarsi, ma non solo tra “simili” o per un fine particolare, ma per la voglia di conoscere, di confrontarsi ed il piacere che ne deriva dallo stare insieme. Una di queste tradizioni porta tutti a stringersi intorno ad un tavolo, dando il via al tipico “giro di pinte”, che prevede che tutti a turno, offrano da bere ai compagni di bevuta senza distinzione di sorta e che porta tutti a sentirsi parte di un gruppo, di un clan (giusto per usare una definizione Celtica).
Questo sentimento e queste sensazioni le ho vissute non solo nella capitale, Dublino, dove ho vissuto per tutto il tempo, ma ovunque durante il mio girovagare alla scoperta dell’isola e che negli anni, sono riuscito a visitare praticamente nella sua totalità. Ogni B&B, pub, museo o casa in cui ho fatto tappa, trasudava di questa ospitalità e trasmetteva questo calore, ma sempre con una naturalezza e una genuinità che andava ben oltre il “minimo garantito” richiesto da un ospite pagante. Una bella osservazione che sentivo spesso fare era “beh… certamente sono persone curiose ed ospitali, d’altronde sono isolani…”, ma questa osservazione l’ho sentita fare sempre da amici sardi, siciliani e spagnoli delle isole Canarie, quindi come potete immaginare, l’ho sempre presa come un parere, per così dire, “un po’ di parte”.
Credo che l’Irlanda sia stata il posto giusto dove fare la mia esperienza di vita all’estero (spero tra l’altro che non rimanga l’unica…) e che gli irlandesi siano stati una piacevolissima scoperta, sia per quello che mi hanno trasmesso, sia per come mi hanno aiutato a risolvere i problemi che la quotidianità comportava.
Grazie a loro ho scoperto il significato di Pal, come solo un amico Irish può insegnarti.
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