Heron Island: vacanze da sogno sulla barriera corallina australiana

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La Grande Barriera Corallina australiana è una tappa obbligata di un viaggio in Australia. Considerata come una delle meraviglie del pianeta, con i suoi oltre 2.300km è l’approdo finale di una vacanza da sogno “downunder“. Heron Island, atollo al largo delle costa centrale del Queensland, è inoltre la meta perfetta per visitare questo angolo di paradiso con i bambini.

Con circa 2.900 coralli, 600 isole e 300 arcipelaghi, la Barriera australiana è un “monumento naturale” che riesce ad essere individuato persino dalla luna. Ne hanno fatto dimora centinaia di specie marine, tra cui si contano oltre 30 specie di delfini e balene, 1.700 pesci diversi, 3.000 molluschi e 6 delle 7 tipologie di tartarughe marine. Un ecosistema naturale straordinario al mondo che – purtroppo – perde ogni anno parte dei propri colori a causa dell’innalzamento della temperatura dell’oceano.

Heron Island: paradiso naturale per famiglie in Australia

La barriera è una delle maggiori attrazioni turistiche australiane. Noi ci siamo stati in occasione del nostro viaggio di nozze, riservando al mare – e al relax – l’ultima settimana delle cinque trascorse nella terra di Oz.
Heron Island è di una bellezza che toglie il fiato. Colori accesi tra l’azzurro del mare e del cielo, il verde della foresta che cresce rigogliosa sull’atollo e il bianco paradisiaco dei lembi di terra.

Heron è anche una favola per le famiglie. All’epoca eravamo poco interessati ai turisti sotto il metro e cinquanta, ma se volete trasmettere l’amore per la natura – quello vero – ai vostri piccoli, questa è sicuramente una destinazione da segnare per regalare a tutta la famiglia un viaggio da sogno.

L’isola durante la bassa marea con il reef che spunta e le palme con le radici aeree

L’isolotto mantiene intatte le sue peculiarità naturali e ha un ecosistema marino tra i più conservati di tutto il Reef. Ma Heron non è solo spiaggia e immersioni! L’atollo è un teatro naturale in cui l’uomo è spettatore del ciclo della natura.

Heron è un paradiso da proteggere e dove vengono incentivate pratiche di turismo sostenibile atte a salvaguardare, sia le tartarughe marine che vengono a deporre le uova su queste spiagge ogni anno, che le diverse specie di uccelli che, seguendo i flussi migratori, approdano sull’atollo per riprodursi. 

La storia di Heron Island

Questo isolotto ha una storia che inizia circa 6.000 anni fa con la creazione dei primi coralli. L’isola venne scoperta nel 1843 da Francis Blackwood, mentre cercava disperatamente di crearsi un varco di accesso lungo la Grande Barriera, per raggiungere la costa australiana con scopi commerciali.

Il relitto di Heron Island – Photo Credits Heron Island Resort

L’isola venne chiamata Heron Island (Isola degli Aironi), proprio per il grandissimo numero di aironi che si cibavano sul reef. Da subito fu chiaro agli esploratori che si trattava di un ambiente quasi unico al mondo.
Negli anni a venire, furono diversi gli studiosi che si recarono sull’isola per effettuare ricerche sulle tartarughe, sugli uccelli e sul reef, tanto che venne necessario alla fine degli anni 30 limitare lo sfruttamento delle risorse di Heron e regolamentare l’afflusso di persone sull’isola.
Nel 1943 Heron Island venne dichiarata Parco Nazionale e nel 1951 venne costruito sull’atollo il centro di ricerca di scienze marine che è oggi gestito dall’Università del Queensland.

Dove si trova Heron Island e come arrivare

Heron Island si trova a 80km dalla costa del Queensland, a pochissima distanza a sud del Tropico del Capricorno. L’isola è una meraviglia da catalogo patinato: spiagge bianchissime, palme e acqua limpida in cui si ammirano perfino dalla riva tartarughe, razze e squali dalla pinna bianca.
Heron sorge su una piattaforma corallina di circa 27km° e ha una lunghezza di 800 metri. Bastano venti minuti – mezz’ora se ci si perde in foto – e l’avrete girata tutta.

Per arrivarci, dovrete lasciare Brisbane alle spalle e dirigervi in volo 500km più a nord, verso la città di Gladstone. Da qui, una volta atterrati, vi separeranno due ore e mezza di barca, per essere catapultati nella natura straordinaria di questo atollo corallino. Ma se è pur vero che per godere della bellezza e la magia di certi luoghi bisogna conquistarseli, con il senno di poi quelle due ore e mezza di nausea e vomitate ce le saremmo risparmiati.

La nostra avventura in barca

È stato un viaggio infinito.
Una volta giunti all’imbarco, la hostess annunciò il mare mosso. Ricordo solo che chiese se volevamo del ginger o un travelgum. “It’s bumping”.
Non eravamo mai stati male in barca – neppure in barca a vela con il mare mosso – ma avevamo sottovalutato la potenza dell’oceano e quanto “bumping” intendesse in una scala da 1 a 10.
Ci accontentammo dello zenzero, uno dei rimedi naturali per il mal di mare, incuranti che appena usciti dal porto, sarebbe cominciata la disavventura.
In barca con noi una trentina di ragazzi poco più che ventenni. Erano i ricercatori dell’Università del Queensland in arrivo alla base di Heron. Fiumi di birra, canti e balli come se non ci fosse un domani per i primi venti-tenta minuti di navigazione. Alle prime onde – effetto giostra galeone del luna park – scese il silenzio. Tutti a poppa, sul ponte all’aperto con un asciugamano gelato attorno al collo come rimedio ulteriore per la cinetosi.
Noi in quel momento reggevamo ancora.
Eravamo seduti all’interno del battello, ma preferimmo spostarci a poppa per sentire meno i sobbalzi.
Verdi in volto e gli occhi pietrificati per la quantità di ragazzi che vedevamo stare male, quasi per osmosi, in un attimo, arrivarono i primi conati.
Ricordo solo le tre toilette della barca, intasate a turno, e il disperato bisogno di mettere i piedi sulla terraferma. Chi ha provato “l’ebrezza del mal di mare”, sa che una volta innescata la miccia, non si torna indietro, fino a toccare terra.
Arrivammo a Heron completamente “shakerati”, benedicendo i tempi stringati che avevamo sul piano voli per il rientro in Italia che ci obbligarono a tornare a Gladstone in elicottero.

In alternativa al battello, per arrivare a Heron Island utilizzate i transfer in elicottero. Avrete modo di vedere la barriera corallina dall’alto riempiendovi gli occhi di uno scenario incredibile e soprattutto senza soffrire ulteriormente il mal di mare. Organizzare un volo charter può essere una soluzione efficace – magari non il massimo dell’economico – ma dividendo la spesa tra più famiglie in viaggio verso un’unica destinazione è possibile contenere il costo, ridurre i tempi di trasferimento ed evitare inutili sofferenze come nel nostro caso. Per sapere come funziona consultate la pagina FAQ di Jet App e insieme alle risposte alle vostre domande, verrà spontaneo pensare che vi divertirete a mille!

 

Perchè scegliere Heron Island tra le centinaia di isole della Barriera Corallina?

Di isolotti corallini in cui trascorrere l’ultima parte di un viaggio in Australia ne troverete a iosa. Ci sono atolli microscopici, isole riservate agli adulti, quelle con i resort più lussuosi e quelle più spartane.

Noi abbiamo scelto Heron per la bellezza del suo ambiente naturale, per il fatto di essere abbastanza vicini – e relativamente comodi nei trasferimenti – e anche per una questione di budget. In resort ci sono infatti diverse tipologie di stanze, dalle più chic con viste mare, a quelle più spartane. Le stanze non hanno però le chiavi, in caso di oggetti preziosi dovrete passare alla reception e lasciare in cassetta di sicurezza.
Noi abbiamo soggiornato in una Turtle Room, situata in prossimità della reception e dei servizi offerti nel resort, e ci siamo trovati molto bene. La camera era al primo piano, avevamo un piccolo balconcino con affaccio sulla foresta e nidi di uccelli (con annessi e connessi che possono risultare fastidiosi se non amate particolarmente i volatili).

Black Noddy, ma non è carino?

La vista dal nostro balconcino di una Turtle Room: welcome to the jungle

In fase di progettazione di questo viaggio straordinario avevamo sognato a lungo anche di trascorrere i giorni di relax al mar viaggiando verso le Fiji o la Polinesia, ma abbiamo preferito concentrarci sul conoscere la Barriera, e rimanere in Australia, completando quindi il nostro giro con un passaggio nel Queensland. “Alla fine ci sono così tante cose da vedere in Australia che non c’è bisogno di volare su atolli ancora più lontani…”

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Cosa fare e cosa non fare a Heron Island

L’isola di Heron è famosa in tutta l’Australia per la qualità del suo mare e per le specie ornitologiche che vivono nell’entroterra.

Quelle macchie scure in acqua sono gli squaletti con cui abbiamo nuotato!! Davvero da brivido!

A Heron Island potrete:
  • Iniziare con una passeggiata fotografica lungo tutta l’isola. Passerete dal resort, alle spiagge più isolate (per quanto un atollo possa avere spiagge isolate ☺ ), al centro di ricerca, alla spiaggia del relitto per poi rientrare in resort dal molo principale.
  • Ammirare l’alba e il tramonto nella totale meraviglia.
  • Fare snorkeling o immersioni lungo la barriera. Il team del diving sull’isola accompagna giornalmente gli ospiti del resort verso le oltre venti località in cui si ammira la barriera corallina nel suoi punti più belli.
  • Nuotare con gli squali: all’interno del reef dell’isola è facile notare branchi di squaletti dalla pinna bianca totalmente innocui per l’essere umano. Nuotare con loro fa un certo effetto, lo devo ammettere.. ma basta non dare fastidio che vi gireranno intorno senza problemi.
  • Appostarsi di notte in cerca delle tartarughe marine che tornano ogni anno su questi fazzoletti bianchi a deporre le uova.
  • Fare bird watching: c’è chi gira sull’isola con l’ombrello per ripararsi dai ricordini degli amici pennuti, ma se siete appassionati del genere sarà un piacere fare a gara a chi imita meglio i loro simpatici versi
  • Ammirare il relitto di Heron Island e scoprire tutto sulla sua storia.
  • Partecipare a una lezione di astronomia e vedere la Croce del Sud.

 

A Heron NON dovete:
  • Portare via i coralli, neppure quelli che trovate sulla spiaggia MAI!
  • Camminare sulla barriera in ciabatte o a piedi scalzi. Ogni giorno vengono organizzate delle passeggiate guidate per raccontare la formazione della barriera corallina, in base all’orario delle maree (al mattino c’è la bassa marea, per poi vedere crescere ora dopo ora la marea durante la giornata). Se volte partecipare al “reef walk”  noleggiate dei calzari e la lente d’ingrandimento per osservare i più piccoli dettagli.
  • Cercare connessione internet
  • Lamentarvi dello stridere degli uccelli o dei ricordini che vi lasciano sulla spalla!! Fa parte del viaggio a Heron 🙂 e per quanto antipatico possa essere, ricordatevi sempre che siamo noi umani ospiti di questo paradiso naturale e non il contrario!!!

Quando visitare l’isola

L’isola è visitabile 365 giorni all’anno. A seconda della stagione avrete modo di avvistare balene, tartarughe e osservare i flussi migratori verso l’Antartide.

Gabbiani durante la bassa marea sulla barriera corallina

Noi ci siamo stati a Ottobre ed è stato un incanto.

  • Gennaio, Febbraio e Marzo: sono i mesi della deposizione delle uova e quelli in cui è molto facile avvistare le femmine risalire in spiaggia per fare il nido. Le uova vengono deposte in un punto in cui l’alta marea non possa minacciare il nido, ogni anno, nello stesso punto. È anche il mese in cui c’è la massima concetrazione di uccelli marini. Si possono contare fino a 100.000 specie sull’isola a gennaio tra sterne, Black Noddy (le sterne nere), gabbiani, gallinelle, martin pescatori e Shearwater (il nome scientifico è puffinus pacificus, la traduzione italiana mi è ancora sconosciuta), ma posso dirvi che è un eccello che passa gran parte della sua giornata a pescare in acqua. A febbraio le prime uova di tartaruga iniziano a schiudersi e i piccoli tartarughini iniziano la loro folle corsa verso l’oceano, mentre a marzo alcuni uccelli cambiano il piumaggio di ritorno dall’Artico.
  • Aprile e Maggio: continua la schiusa delle uova, sia di tartaruga che degli uccelli, molti dei quali si preparano a sbattere le ali per un lungo viaggio.
  • Giugno: inizia la migrazione delle megattere che nuotano di passaggio attorno all’isola e riescono spesso ad essere avvistate.
  • Luglio: continua la migrazione delle megattere, mentre sul reef intorno all’isola iniziano a nidificare gli aironi.
  • Agosto: è il mese di warm-up della primavera. Le megattere sono intorno all’isola e sia sul reef che sull’atollo la vita è molto frenetica.
  • Settembre: potrà capitare spesso di assistere ai salti delle megattere intorno all’isola. Le balene inziano a spostarsi verso l’Antartide in compagnia dei piccoli e sull’isola arrivano i primi uccelli migratori che si spoatano dall’emisfero settentrionale.
  • Ottobre e Novembre: sono i mesi della riproduzione e in acqua avviene lo straordinario fenomeno della deposizione delle uova tra i coralli.
  • Dicembre: sull’isola inzia a crescere il numero di uccelli marini presenti.

Letture consigliate da mettere in valigia:

 

Siate pronti a organizzare la vostra vacanza da sogno lungo la grande barriera corallina australiana. Il paradiso vi aspetta!

Per ulteriori informazioni consultate il sito dell’Ente del Turismo Australiano

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Ero una single convinta e giramondo, poi ho incontrato un Rospo ... e ho fatto spazio nel trolley! Ora siamo la Famiglia Rospi! Cosa amo di più (miei ometti a parte)? Viaggi, Avventure e Outdoor!

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